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lunedì 22 dicembre 2008

FaceBook

Devo ammettere che a proposito di Facebook non so proprio cosa dire, visto che non lo uso e nemmeno così tanto i mie amici; si ne ho sentito parlare diverse volte, ma comunque non ho mai riscontrato fra tutte le persone che conosco e che vi partecipano tutta questa "assuefazione da FacebBook" (in alcuni post è stato definito come una vera e propria droga) che invece è così copiosamente descritta in molti degli interventi già fatti dai miei blogcompagni ; sarà fortuna, sarà che non siamo così "in" o "alla moda", fatto stà che, ci sia o meno, almeno per me, non fa molta differenza.
Prima di scrivere questo post comunque sono andato a fare un po di ricerca in rete a proposito di "faccialibro" e ho trovato, come ormai per qualsiasi cosa (non è una nota critica ma positiva), una pagina di Wikipedia a riguardo e l'ho letta: c'era tutta la storia della nascita, della sua diffusione, del successo (a oggi gli iscritti sono stimati a 160 milioni!), dell'immenso capitale che ha portato ai suoi inventori e altro ancora; una volta arrivato in fondo alla pagina vi era, sotto "collegamenti eserni", un link ad un' articolo di un giornalista del Sole24ore, Andrea Bajani, intitolato "Pigioniero di Facebook", molto divertente ma a mio avviso un po esagerato, il quale leggendolo mi ha fatto notare una cosa:
tutti non fanno altro che parlare e usare sto Facebook, ma ancora non ho letto o trovato nessuno che lo elogi o mi dica che gli piaccia veramente; quasi tutti ne colgono le potenzialità, ma ne denunciano l'uso improrpio (solo per "cianare" o fare cazzate) facendo diventare un possibile mezzo di libera comunicazione e serena socializazione una vera e propria prigione dove non c'è contatto, n'è tanto meno dialogo, ma solo uno squallido mostrarsi a chiunque come merce.
Ancora una volta, come in molti altri episodi a questo mondo, l'uomo riesce a essere la rovina di creazioni veramente geniali; come anche di se stesso.

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